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Trovare la propria vocazione con lo yoga

Per me il cambiamento è arrivato tardi. Facevo un lavoro di ufficio dalle 9 alle 5, ma avevo sempre la sensazione che ci fosse di più nella vita. Più per me. Più di ciò che stavo facendo. Sei pronto a metterti in gioco?

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Sei abbastanza sicuro di te da metterti gioco?

Io ci ho messo molto tempo per mettermi veramente i gioco, per me il cambiamento è arrivato tardi. Facevo un lavoro di ufficio dalle 9 alle 5, ma avevo sempre la sensazione che ci fosse di più nella vita. Più per me. Più di ciò che stavo facendo.

Rimani con me che ti spiego come trovare il tuo “perchè”, la tua vocazione, anche nel caos del tran tran quotidiano.

Sai qual è il problema oggi?

La confusione, i media, le troppe voci i troppi strumenti.

E quello che accede è di solito questo: passiamo da un’idea all’altra in modo schizofrenico, sperando di trovare la nostra vocazione.

Oppure nel migliore dei casi , abbiamo chiaro cosa vorremo fare, ma non sappiamo assolutamente come realizzarlo.

Non abbiamo chiarezza di intenti

E il problema più grande è che percorriamo questa strada da soli, in mezzo a tutti i dubbi, le paure, le incertezze. Se c’è una cosa che ho capito negli ultimi anni è che l’unico modo per uscire da questa situazione è lo yoga.

Per me lo è stato: con lo yoga mi sono messa in gioco e ho trovato il mio perchè.

Adesso ti chiederai, ma metterti in gioco, perchè?

Perché è lì che avviene la crescita. Conosci la tua vocazione? Forse no.

Non ne sapevo molto finché non ho seguito la formazione da insegnante e abbiamo svolto un profondo lavoro di trasformazione. Quindi, ecco il mio PERCHÉ:

“Essere forti e fiduciosi…dentro e fuori dal tappeto”

Forte e fiducioso sul tappetino con le mie posizioni (equilibrio, torsioni) Forte e fiducioso fuori dal tappetino nella vita quotidiana e nelle sfide che comporta.

Allora ti chiederai, ma:

Cosa mi porta verso la mia vocazione?

Lo yoga mi dà forza, fiducia e guida e alla fine pace e felicità. E attraverso la pace e la felicità che sono cresciuta molto di più, senza che questa fosse nemmeno l’intenzione del mio PERCHÉ.

Qui vorrei condividere con te 3 modi in cui trovare il mio PERCHÉ mi ha aiutato a crescere :

1) Perseveranza – sul tappeto

Lascia che ti chieda: qual è il tuo peggior asana yoga? Ne ho alcuni, ah! (Non penseresti che io sia un insegnante di yoga!) Per me, eccone uno che trovo stimolante e che ancora non riesco a fare:

– Pincha mayurasana

Poiché il mio PERCHÉ è essere forte e fiduciosa dentro e fuori dal tappetino, recitarlo a me stesso ogni volta che devo affrontare una posizione impegnativa mi ha aiutato a fare miracoli con il mio stato mentale durante una posizione difficile.

Analizziamo la posizione dell’avambraccio, hai bisogno di un sacco di forza nelle spalle e forza nell’addome per mantenerla e mantenere una linea retta. Il corpo deve essere allineato senza che la parte superiore faccia “la forma di banana”. È necessario avere muscoli e forza, ma anche salire senza troppa spinta.

Una posizione che ancora non riesco a fare, ma che mi alleno a fare e che provo, con questa sfida fisica arrivano anche quelle mentali e la perseveranza sul tappeto. ‘Essere forte e fiducioso dentro e fuori dal tappeto’ – forte nelle spalle e nell’addome , forte nella mia mente (“Ce l’ho, posso farcela assolutamente!”), fiducioso di non cadere e se lo faccio , e allora?

Impari da ogni caduta e questo ti aiuta a crescere.

Quali sono le tue posizioni yoga impegnative?

Hai pensato al PERCHÉ allenarti e aiutarti con queste posizioni?

2) Atteggiamento di capacità – fuori dal tappeto

Nella vita quali sono le tue sfide più grandi? Crescere dei figli? O forse destreggiarsi tra lavoro e famiglia?O forse il tuo sogno è avviare un’attività in proprio ma temi di non essere abbastanza?

Per me è il cambiamento è arrivato tardi. Facevo un lavoro di ufficio dalle 9 alle 5, ma avevo sempre la sensazione che ci fosse di più nella vita. Più per me. Più di ciò che stavo facendo.

Trovare e connettermi al mio PERCHÉ mi ha dato al 100% la convinzione in me stessa che ce la potevo fare. Ancora oggi che non faccio più il lavoro dalle 9 alle 5, a volte i pensieri negativi si insinuano (cosa che accadrà spesso, siamo esseri umani!), ripeto nella mia mente il mio PERCHÉ, e la speranza mi abbraccia di nuovo.

3) Mettersi in gioco: la sfida più grande della vita

Per me è stato quando avevo 36 anni. Il mio mondo si è fermato. Mollare tutto e ripartire da me, reinventarmi, rimettermi a studiare, perfezionarmi in India, lo yoga mi ha aiutato, quando intorno a me tutti mi criticavano e nessuno mi appoggiava.

Perchè lo yoga ci insegna ad osservare in silenzio, a non gioire eccessivamente, ma a non cadere neanche nel vortice dello sconforto più totale, avere un mio PERCHÉ mi ha aiutato ad un livello più profondo, la vita mi porterà molti altri cambiamenti e situazioni fuori dal mio controllo, è naturale, ciò che invece sarà sotto il mio controllo sarà il modo di comportarmi di fronte alle situazioni difficili.

La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come scegli di reagire.

Il limite è il punto in cui ci scontriamo con noi stessi e con ciò che possiamo fare ed essere. È il confine tra dove siamo e dove cresciamo, il luogo di disagio, dove avviene tutta la crescita e la guarigione.

Il limite è anche nello yoga, il punto in ogni posizione in cui sei ancora nei limiti delle tue capacità, ma stai sfidando te stesso ad andare un po’ più lontano. Avvicinarsi a questo limite e osare fare il salto è il modo in cui riuscirai rompere con i vecchi modi di essere.

Ti esorto a trovare il tuo PERCHÉ. E se non sai di cosa si tratta, va bene. Esploralo, danza attorno ad esso, poi connettiti e coltivalo attraverso la tua pratica yoga, attraverso la tua pratica meditativa.

Connettiti al tuo respiro e lascia che sia il respiro a guidarti. Lascia che il respiro ti connetta: mente e corpo, corpo e anima. Lascia che il tuo respiro colleghi il tuo conscio e il tuo subconscio. Qui esplorerai e troverai il tuo PERCHÉ.

Se hai domande scrivimi qui sotto nei commenti